Saranno proprio 4 robot a controllare e garantire la sicurezza del nuovo viadotto San Giorgio.
Dal 3 Agosto, il nuovo ponte di Genova collegherà nuovamente la città, dopo la tragedia del crollo del ponte Morandi (2018).
E’ composto da un sistema robotizzato completamente made in italy, studiato e progettato dall’Istituto Italiano di Tecnologia e realizzato dal Gruppo Camozzi.
Il sistema di telecamere e sensori per monitorare periodicamente la struttura sarà operativo dal prossimo autunno.
Stiamo parlando di una travata continua di 1.067 metri. Un ponte smart dotato di oltre 240 sensori per monitorare la sicurezza, sistema robotico di ispezione e pulizia, pannelli fotovoltaici…
Per il futuro del nuovo ponte di Genova si prevede l’arrivo di un robot gemello digitale, con integrati sistemi di IoT per la manutenzione in realtà aumentata.
Tutti i dati raccolti dal sistema di supervisione verranno analizzati in una sala di controllo. Quest’ultima è dotata delle migliori tecnologie per visualizzare eventuali guasti e malfunzionamenti.
L’uomo si affida, quindi, alla tecnologia per garantire la sicurezza del nuovo ponte.
Il nuovo ponte di Genova si affida ai Robot
I 4 robot presenti nella struttura sono: 2 Robot Inspection e 2 Robot Wash. I robot, strutture di fibra di carbonio, attuatori e componenti elettronici, sono stati realizzati dalla più grande stampante 3D al mondo, la Masterprint del Gruppo Camozzi.
I robot svolgeranno il loro lavoro scorrendo sulle rotaie esterne del ponte, dove potranno verificare l’integrità della struttura e inviare i dati acquisiti alla sede di controllo. Così da avere un data base digitale che permetterà di intervenire preventivamente con la manutenzione.
La coppia di Robot Inspection si occuperà di ispezionare la superficie inferiore dell’infrastruttura e l’elaborazione dei dati mentre i Robot Wash puliranno le barriere antivento e i pannelli solari.
I robot possono essere comandati da remoto, dalla control room tramite la connessione wi-fi. Inoltre, hanno le batterie che li alimentano e, sui lati del ponte, a distanza di 200 metri l’una dall’altra, ci sono varie stazioni di ricarica.
A progettarli è stato l’Ingegnere Ferdinando Cannella, responsabile dell’unità di robotica dell’Iit (Istituto Italiano di Tecnologia).
Essendo appassionato di fantascienza e cartoni animati, l’ingegnere ha spiegato che per questo progetto si è ispirato alle montagne russe.
Concludiamo con le parole dell’ingegnere Cannella che ci spiega l’idea:
«In qualche modo la cabina dei miei robot è come quella dei Roller Coaster che corrono su due binari in un parco di divertimenti e salgono e scendono facendo peripezie. Però all’interno di quelle cabine non ci saranno esseri umani ma solo sofisticate apparecchiature elettroniche, mentre dal loro corpo si protende il lungo braccio telescopico»